Il ferro di cavallo e le sue origini
come portafortuna

Superstizione e leggenda spesso si incontrano nel corso della storia.

 

Il ferro di cavallo, fin dai tempi più antichi, è stato utilizzato come amuleto portafortuna. Nel Medioevo si riteneva che avesse potere curativo e che potesse proteggere dalle epidemie.

 

Una leggenda, ambientata nel X secolo, narra del giovane San Dunstano, poi divenuto arcivescovo di Canterbury. Quando San Dunstano era un abile e promettente maniscalco, si presentò nella sua bottega il Diavolo, che richiese gli venissero ferrati gli zoccoli. Il giovane non esitò, si mise subito a lavoro, ma ferrò gli zoccoli alle gambe equine del Diavolo nel modo più doloroso possibile. Il Diavolo in preda alle pene iniziò a supplicare San Dunstano, affinché lo liberasse dalla terribile sofferenza. Il giovane accettò, ma ad una sola condizione: il Diavolo non sarebbe dovuto mai più entrare nelle case che avessero custodito un ferro di cavallo. Da qui nacque la credenza secondo cui, chiunque avesse posseduto un ferro di cavallo sarebbe stato protetto da malefici e malasorte.

 

Ed è proprio in virtù delle leggende che aleggiano intorno ai ferri di cavallo e della loro notorietà come amuleti portafortuna, che verrà proposto nel corso dell’asta speciale di Palermo, a tema “Sacro e Profano”, un particolare ed unico ciondolo a forma di ferro di cavallo, decorato al centro da una testa equina in oro giallo 750, impreziosito da diamanti taglio vecchio e taglio huit-huit di circa 1,2 ct, da pietre incolori e smeraldi taglio a gradini di diverse forme.
 

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Circa l'autore
Maria Chiara Zaccaria