La spilla: storia di un ornamento
antico e prezioso
La spilla, piccolo prodotto dell’ingegno umano, ha attraversato molte epoche storiche: gli esemplari di spille più antichi risalgono all’Età del Bronzo e sono realizzati in osso, pietre e spine prelevate dalle piante.
Furono i Cretesi che iniziarono ad usare materiali pregiati, come avorio e oro, forgiati in modo tale da ricordare elementi della natura, effettuando così il passaggio da un uso, oltre che pratico, anche decorativo della spilla.
La moda d’indossare spille si estese alla civiltà greca e romana, e proseguì ancora nei secoli successivi, fino a divenire un vero e proprio vessillo: qualcosa che, appuntato addosso, lanciasse un messaggio immediato e comprensibile.
D’altra parte, la storia del costume dimostra come indumenti e accessori siano sempre stati anche veri e propri mezzi di comunicazione. Da quelle rinascimentali fatte in oro, gemme e perle, passando per quelle a fiocco da corsetto, le spille attraversano i secoli cambiando materiali e simbologia, fino ad arrivare al Novecento.
Tra gli ornamenti che una donna elegante tra Ottocento e Novecento poteva indossare, sia di giorno che di sera, c’era sempre la spilla: appuntata sul soprabito oppure sul vestito, arricchiva con i suoi intensi bagliori colorati i raffinati abiti delle signore.
Realizzate in genere con metalli preziosi, come oro e platino, e con pietre importanti come i diamanti, gli smeraldi o le perle, a partire dal Novecento diventavano spesso dei gioielli di altissimo valore, anche artistico. Potevano avere varie forme e, a volte, anche dei pendenti; generalmente riproducevano fiocchi, cesti floreali, uccelli o forme geometriche.
Le cose mutarono radicalmente dopo la I Guerra Mondiale: negli
anni del conflitto i gioielli spesso furono venduti o chiusi in cassette di sicurezza, la moda cambiò eliminando i lunghi vestiti e gli ingombranti cappelli per proporre abiti più corti, lineari e con pochi ornamenti. Anche le spille si adeguarono alle nuove tendenze e di nuovo furono protagoniste di creazioni importanti e testimoni dell’Art Déco.
Accanto a quelle più preziose dei gioiellieri come Cartier, Boucheron, Lalique e Tiffany, molte delle quali passate alla storia per la loro bellezza, cominciarono a farsi strada le spille lanciate da Coco Chanel, in metallo non prezioso.
Fu così che le spille di bigiotteria cominciarono ad affiancare quelle più preziose, e anche nei decenni seguenti la tendenza non si spense, ma anzi, si sviluppò ulteriormente anche a causa delle forti ristrettezze economiche e alla carenza di materie prime dovute alla Seconda Guerra Mondiale.
Tornata la pace, le spille continuarono a fare capolino sui cappotti, sugli abiti e poi sui cardigan dei twin set, di gran moda tra gli anni ’50 e ’60. Le forme riprendevano quelle dei decenni passati: fiocchi, animali, fiori, insetti, forme geometriche ma anche alberi di Natale, ghirlande o piccoli ovetti da indossare in determinati periodi dell’anno come il Natale o la Pasqua.
Con l’arrivo degli sfavillanti anni Ottanta, e l’era del benessere, sono tornate in auge anche le spille preziose e vistose. Custodite e poco indossate nell’ultimo ventennio è uno dei gioielli che negli ultimi anni sta a giusta ragione ridestando l’interesse e tornando di gran moda come ornamento elegante e sofisticato.