Il mondo delle gemme e la loro valenza
simbolica

Basta osservare queste piccole ‘capsule del tempo’ createsi milioni e milioni di anni fa, per scoprire il meraviglioso mondo che racchiudono.
Un piccolo mondo di inclusioni che talvolta, intrecciandosi fra di loro, sembrano quasi ricreare l’universo che ci circonda. Ma ogni minuscola inclusione non è lì per caso, ci può aiutare a stabilirne l’identità, l’origine e la qualità della gemma che stiamo osservando. Esistono gemme con un grado di purezza maggiore di altre.
L’ acquamarina è una di queste, nelle sue declinazioni dell’azzurro fino ad arrivare al blu intenso e con le sue impalpabili inclusioni, ci ricorda la limpidezza dell’acqua; può altresì avere inclusioni più evidenti come un gruppo di piccoli cristalli aghiformi chiamato non a caso ‘pioggia’.

Fig. 1 Tubi di crescita aghiformi, inclusione nota come “pioggia” Photoatlas of Inclusions in Gemstones

 

Esistono pietre preziose che per la conformazione del terreno dove si creano, generalmente metamorfico e magmatico, e con particolari e specifiche condizioni geologiche, sono naturalmente più incluse. Una di queste è lo smeraldo, la gemma verde per eccellenza.
Il ‘jardin’, il giardino, è il nome usato per identificare un gruppo di inclusioni che possono essere presenti nello smeraldo e che in un certo senso danno vita alla pietra stessa. Ugualmente il fascinoso rubino o il vibrante zaffiro. Ed è quando ci troviamo davanti a gemme particolarmente pure, senza quindi evidenti inclusioni e con colori brillanti che possiamo affermare di avere un piccolo e raro tesoro fra le mani.

 

Un po’ di storia…
Le gemme hanno da sempre affascinato l’uomo. Già gli antichi romani arricchivano i loro ornamenti, gioielli, fibule, anelli e bracciali, con pietre preziose.
Cristallo di rocca, ametiste e corniole venivano spesso intagliate in incavo ed usate come sigilli sui quali venivano raffigurati personaggi mitologici, divinità o simboli portafortuna. In età antica si riteneva che la corniola potesse aiutare ed accompagnare il defunto nel suo viaggio verso l’aldilà e nello specifico la raffigurazione di Eros con la fiaccola capovolta stava a rammentare la caducità dei piaceri terreni.

Fig. 2 Eros con la fiaccola capovolta, anello in oro con corniola, fine I secolo a.C., inizio I secolo d.C. Met, Greek and Roman Art collection.

 

Niente era lasciato al caso, ogni pietra ed ogni raffigurazione aveva un preciso significato, un emblema. Durante la fiorente e duratura età bizantina, frequente era l’uso di gemme preziose e perle, da sempre simbolo di purezza, fortuna e fertilità.

Fig. 3 Bracciale bizantino in oro e argento, decorato da perle, zaffiro, ametista, opale, vetri e quarzi, 500-700 d.C, Met collection

 

Magnificamente conservati sono i mosaici della Basilica di San Vitale a Ravenna, dove una sontuosa imperatrice Teodora viene rappresentata con una collana, un paio di orecchini con pietre azzurre, un diadema con gemme ed un elaborato copricapo di ispirazione egizia, da cui scende una cascata di perle.

Fig. 4 Dettaglio del corteo di Teodora, Basilica di San Vitale Ravenna, VI secolo d.C.

 

Persino nel Medioevo si riteneva che le pietre avessero particolari proprietà, soprattutto medicamentose. In quell’epoca venivano scritti i cosiddetti ‘lapidari’, trattati dove venivano elencati i benefici curativi che ciascuna pietra possedeva.

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Maria Chiara Zaccaria