CARTIER CRASH: Focus su un orologio
senza tempo

CARTIER CRASH: Focus su un orologio senza tempo


Ad oggi esistono moltissimi orologi sul mercato dotati di forme ed effetti particolari, ma uno dei più rari e prestigiosi è senza dubbio il Cartier Crash, protagonista dell’asta Affide del 25 giugno, dedicata alle Maison di orologeria più importanti al mondo.

La storia di questo orologio comincia nel 1967 per mano di Jean-Jacques Cartier, all’epoca direttore di Cartier London. Il ramo londinese del famoso marchio si stava già specializzando in orologi di lusso e il Cartier Crash è forse solo il figlio più illustre della produzione Cartier dell’epoca.


Esistono varie ipotesi riguardanti la nascita di questa cassa asimmetrica: un aneddoto racconta che un orologio danneggiato durante un incidente d’auto, per l’esattezza un Maxi Bagnoire Alongée, sia stato portato alla maison di Cartier London per riparazioni e abbia fornito la prima immagine che si sarebbe poi sviluppata nella rinomata cassa asimmetrica del Cartier Crash, dando anche nome al modello.

Altra ipotesi è che l’ispirazione sia da trovarsi all’interno del celeberrimo quadro di Salvatdor Dalì “La Persistenza della Memoria” (1931) o “Gli Orologi Molli” (1954), ma quanto l’opera e l’artista siano stati partecipi alla nascita del Cartier Crash è ignoto, per quanto l’idea stessa di un orologio molle non possa che richiamare alla mente i lavori di Dalì.


Presentazione ufficiale


Il Cartier Crash è stato presentato da Cartier London nel 1967 con la particolarissima cassa asimmetrica in oro giallo e un quadrante a numeri romani. Il movimento manuale del Cartier Crash era firmato da Jaeger- LeCoultre e prodotto a New York, e dovette affrontare la non facile impresa di adattare un calibro ad una cassa di forma così distorta.

Anche la stampa del quadrante incontrò numerose difficoltà: i numeri romani difformi e allungati che la decorano infatti avevano bisogno di precisione millimetrica perché l’orologio, una volta montato, assolvesse alla sua funzione di segnatempo: bastava una minima imperfezione e le lancette avrebbero indicato invariabilmente l’ora sbagliata.

L’orologio, dopo aver definito gli anni ’60, venne riproposto successivamente all’inizio degli anni ’90, in una versione limitata di cui non sono stati prodotti più che 200 modelli, per poi comparire in un’altra collezione nel 2013, con minute modifiche e in varie versioni: oro rosa, diamanti, platino e persino un modello scheletrato.

L’orologio, dopo aver definito gli anni ’60, venne riproposto successivamente all’inizio degli anni ’90, in una versione limitata di cui non sono stati prodotti più che 200 modelli, per poi comparire in un’altra collezione nel 2013, con minute modifiche e in varie versioni: oro rosa, diamanti, platino e persino un modello scheletrato.

Il fascino del Cartier Crash ha conquistato molti nomi famosi, da Stewart Granger che lo ha richiesto specificatamente a Cartier per poter indossare qualcosa di unico e si è trovato a doverlo restituire perché l’orologio era troppo eclettico persino per lui, fino al più contemporaneo Kanye West.


Malgrado le leggende attorno alla sua nascita, non tutte da prendere alla lettera (il design del Cartier Crash è ad opera di Jean-Jacques Cartier e Rupert Emerson e nessuno degli aneddoti raccontati in precedenza è mai stato confermato) la rivoluzione che questo orologio ha portato nel settore degli orologi di lusso, e dell’eleganza Cartier nello specifico, rimane indubbia: un orologio senza tempo, oltre i limiti della trascendenza


Cogliamo l’occasione per ringraziare la Responsabile e tutti i colleghi della Preparazione Vendita per la professionalità con cui lavorano sempre alle nostre Aste: Speciali, Preziose e Oro.
Grazie ancora alla collega gemmologa Clarisse Poloni, per aver scritto questo ottimo contributo.
Un ringraziamento all’esperto di orologi di Affide, Gianluca Sferra, per averci permesso di scoprire i particolari del lotto 25 attraverso le sue immagini.
E un ultimo ringraziamento al fotografo Giammarco Felici, per averci regalato lo scatto di copertina in apertura di pagina.

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